mercoledì 17 novembre 2010

L’uomo nascosto – Francesco Florenzano



I brevi racconti, semplici solo in apparenza, sono, in realtà, freschi frutti acerbi celati e preziosi come possono esserlo solo gli scritti di qualità che sanno trattare con cura e maestria  i sentimenti, le sensazioni e gli stati d’animo del mondo maschile. Con una scrittura scorrevole, giovane e uno stile narrativo ricercato, Florenzano ci propone, senza amareggiarci,  storie plausibili sulla solitudine dell’uomo.
Dino Buzzati diceva: "da quando ho cominciato a scrivere, Kafka è stato la mia croce".
Forse Florenzano potrebbe asserire la stessa cosa di Buzzati?
Quello che stupisce del microcosmo creato dallo scrittore è l'assoluta naturalezza di ogni gesto quotidiano: proprio in un mondo “nostro” possiamo ritrovare le antinomie più reali e spirituali dell'uomo, le sue ossessioni, le sue fantasticherie che plasmano la solitudine. È così che Florenzano ci porta a riflettere sulla condizione umana maschile. È così che ci stupisce!
Se entriamo nel particolare possiamo notare la presenza di dettagli che deformano il sentire: i personaggi si ritrovano spesso in un'esistenza senza amicizia o amore in cui sono assenti finanche i legami con la famiglia (spesso per deliberata scelta dei protagonisti) e dove gli accadimenti si susseguono ineluttabilmente, guidati dal “ciò che deve avvenire”. “L’uomo nascosto” osserva… si mira allo specchio, ama,  ama profondamente e con purezza d’animo, sente, contempla la bellezza, viaggia, usa i sensi (talora singolarmente) per vivere, rivivere, immaginare, creare mondi animati dal pensiero, dalle supposizioni, dalle idee, dai desideri.
Ecco che Florenzano ribalta la visione di Buzzati che rendeva “credibile l’incredibile” per “creare la creazione” per “pensare pensieri”. Attraverso situazioni mentali (i pensieri, appunto) lo scrittore forgia il tangibile in tutta la sua incorporeità. Grazie allo stretto vincolo con la quotidianità (i luoghi, i movimenti, le abitudini, le relazioni amorose) l'atmosfera non è fantastica: siamo lontani dalle immaginifiche fantasie di Buzzati, tutto sembra accadere di fatto, ma spesso solo nell’immaginario dei personaggi che diventa realtà. La descrizione degli avvenimenti assume un significato soprattutto introspettivo: così i dettagli o i sensi introducono gli eventi, ci calano nell'atmosfera e ci permettono di pensare e d’immaginare come i personaggi. Il gusto della lettura è delicato, in certe circostanze è sensuale e fine, ironico ed è sempre accattivante. Oltre le trame sorprendenti, è l’uso acerbo, forbito e bello del linguaggio a conquistare il lettore facendolo inoltrare nel mondo dei personaggi: la prosa limpida e chiara, semplice, ma ricca e fresca rende “respirabile la storia”, completando una perfetta sincronia tra situazione, narrazione e fantasticheria. Tutto "accade e basta" senza dare spiegazioni: che sia dentro o fuori dei personaggi è poco rilevante. Il lettore si ritrova sedotto, incuriosito, anche, e soprattutto, sospeso dentro i pensieri non suoi: quelli che non aveva e che, comunque, riconosce come veri, vissuti, reali pur se solo fittizi come i ricordi, le fantasie, le nostalgie, le reminiscenze, le contemplazioni, le voglie, le rievocazioni. Ma non sono i rimpianti, se nelle tinte, nei toni si avvicinano ad essi, al limite possono presentarsi come un rimuginare mentale. Il bello è che questo processo coinvolge anche le donne che come lettrici si accostano (ora scoprendolo o riscoprendolo anche nella vita reale) al mondo maschile e segreto concepito dal giovanissimo autore.
Florenzano sa descrivere - alle volte anche strappando sorrisi -  l’universo dell’uomo (nascosto, come sottolinea il titolo della raccolta) spontaneamente, con naturalezza e con la precisione della schiettezza. Qui c’è qualcosa di nuovo eppure di semplice.
Chiudendo il libro, mi sono detta: Florenzano è bravo!

Milena Esposito


1 commento:

  1. L'ho letto qualche tempo fa e mi trovo completamente daccordo con questa bella recensione. Complimenti a Milena e, ovviamente, a Francesco!

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