martedì 17 gennaio 2012

Sant'Antonio Abate



Il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, è tradizione benedire con solennità gli animali quasi ad assicurarli della benevola protezione di Dio e degli uomini quando la stagione invernale è più rigida e ingrata. Per lo scrittore Luigi Bartolini tale data è fonte di un ricordo d’infanzia, ricreato in freschi bozzetti sull’onda cantilenante di questa poesia. In essa l’autore mostra anche la sua particolare sensibilità visiva di acquafortista e pittore: ne sono testimonianza il taglio incisivo e la coloritura di alcuni particolari con cui vengono rappresentati in maniera argutamente popolaresca il Santo, la sagra paesana, animali e uomini in attesa della benedizione.

Oggi è Sant’Antonio,
come quand’ero bambino,
quel delle pagnottelle
di grano di fiore fino
che si vendono con le ciambelle
in un bianco tovagliolino,
ne compra ciascun contadino,
le bagna col vino
nei banchi delle rumorose osterie.

- È Sant’Antonio abate,
di cartapesta vestito da frate:
muli per Santa Maria;
cavalle infiorate,
code infioccate
legate d’un vivace nastro dal mastro ferraio, come le trecce delle bambine
che le mamme portano a spasso
col fazzoletto vistoso in testa
il giorno della gran festa:
alti basti,
fruste di pelo di tasso:
cavalieri neri,
dritti quali cipressi di cimiteri,
attendono la santa benedizione,
con la candela in mano,
e, o nevica o piove,
nessuno si muove.

Luigi Bartolini

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