domenica 16 settembre 2012

La domenica di Angela Furcas



“ IL  CAMPO  DELLE  TRE  FAVE “  DI  MARIA  PARAGGIO

 ad Agropoli nel “SETTEMBRE CULTURALE”


                          

E’ lì , nel cosidetto” Campo delle tre fave”, perché in questo numero venivano  distribuite giornalmente ai soldati,  assieme ad un pezzo di pane, a volte ammuffito e mezzolitro d’acqua infetta per bere e per scopi igienici, che questo racconto evidenzia il valore delle doti di sopravvivenza umana non a causa di supporti materiali , ma di quei valori che accomunano gli uomini nella sventura e che separati dal contesto usuale, dove la vita è organizzata e scorre nei binari della quotidianità, prevalgono le doti del cuore, nel groviglio di una vicenda dove quei valori sono calpestati, resi materia bruta per gli scopi del potere regolato e gestito da interessi  sovranazionali.
La guerra, la famigerata contrapposizione di uomo contro uomo, popolo contro popolo, nazione contro nazione, giustificata dall’amor di patria, invenzione del potere per cui gli uomini debbano  versare il sangue, dove i crimini vengono innalzati a gesti di eroismo, dove il delitto, i maltrattamenti diventano la regola.
 E dove gli assassini ricevono encomi e medaglie al valore, dove chi uccide meglio viene premiato, mentre nella vita normale queste persone vengono incarcerate perchè ci sono delle Leggi che lo vietano.
La legge è unica e deve essere valida per qualsiasi uomo sulla faccia della terra e i diritti umani devono essere rispettati e consentire a tutti lo stesso grado di emancipazione.
Il potere crea confini per cui si debba versare il sangue per difenderli, ogni  nazione ha la sua bandiera di cui essere orgogliosi e da difendere perché rappresenta  la Nazione, la totalità dei suoi abitanti  che parlano la stessa lingua che hanno le stesse radici culturali,le stesse leggi, un organismo sociale e culturale nel quale riconoscersi.                       
Penso che sia arrivato il momento di  sovvertire i falsi  modelli culturali  su cui si basa l’evoluzione dell’uomo in seno alla società e nel contesto più allargato dell’intero mondo.
L’uomo non è il prodotto di una nazione per cui debba avere regole che contrastino con quelle delle altre per  giustificarne  l’aggressione, l’uomo è il prodotto della Creazione di Dio. e le finalità di essa sono uguali per  tutti e devono combaciare con la suprema armonia per cui sono state create e da Cui sono state portate all’esistenza.
Non ci devono essere Leggi di guerra, ma Leggi di Pace; non armamenti, ma mezzi per migliorare le condizioni dell’uomo a qualsiasi razza o condizione  appartenga. L’industria della guerra deve chiudere.
L’uomo non è carne da macello, l’uomo è stato creato perfettibile all’infinito. Cominciamo a pensare come procacciarci la Pace, perché il pensiero  è  il precursore dell’azione.  
Bisogna debellare l’ignoranza ch’è il più gran male del mondo  e puri pensieri condurranno a pure azioni.
In questa storia raccontata dalla nostra scrittrice fa da contenitore all’intera vicenda  il modello assurdo per  dirimere conflitti sociali ed internazionali vigente nel nostro pianeta  e si evince il contrasto con il valore dell’amore  e dell’amicizia  di uomini semplici di questa vicenda narrata in modo pacato, signorile che le si attaglia per formazione culturale  e nobili ascendenti, un esempio di come le doti del cuore prevalgano e brillino dall’inizio alla fine nella loro fulgida luce, nel marasma prodotto da politiche sbagliate e visioni retrograde.



L’amore di Amedeo per Grazia è il filo rosso della storia, che fortunatamente si conclude con il coronamento di un sogno, messo continuamente a repentaglio dall’atroce e folle sistema che purtroppo ancora impera.
L’amicizia tra Amedo, Ugo e Mario, nata nel campo delle tre fave è la luce di una lampada che brilla nel cuore del mondo, esteriormente soggiogato da false illusioni di potere.
La descrizione della vita delle loro due famiglie che si prodigano per soccorrere le persone coinvolte  nella mortificante  situazione che ogni guerra genera  è un esempio di solidarietà: altra parola magica appartenente all’aristocrazia del cuore e della mente.
L’infamante periodo della seconda guerra mondiale che fa da fa da sfondo alla storia raccontata e che  tutti ben conoscono per esserne stati travolti, non lo descrivo perché non è la realizzazione di un progetto in favore della nostra evoluzione, ma di un arresto calcolato da potenze che stanno dietro i parafulmini di comodo: uomini che credono di decidere, mentre tutto è stato già stato deciso, a monte.
A monte non si ha rispetto dei potenti tra gli uomini perché non sono che dei mortali qualunque, nonostante siano stati investiti di un potere temporaneo, che sono costretti a gestire  nella  maniera che favorirà gli interessi  di coloro che ne hanno  favorito l’insediamento.
 Queste considerazioni  aprono gli occhi agli uomini che hanno smesso di illudersi e allora attuiamo le leggi del cuore, quelle che  sono state impresse in noi dal Creatore e che fanno di noi fari di luce di bontà e di tenerezza per ogni cosa creata a fronte di coloro che giorno e notte pianificano con ogni mezzo la distruzione di questi valori, per stabilire il caos dove possano liberamente imperare, distruggere ed avvantaggiarsene.
Ringraziamo l’Autrice che ci ha dato di rilevare dalla sua storia la  logica vincente  delle forze del  cuore dove il dito di Dio ha scritto le Sue Leggi, ed evidenziare l’opera di divisioni e conflitti che resti di razze malvagie innescano per  sradicare l’uomo dalla terra, ma essi si autodistruggeranno e periranno assieme ai loro incauti sostenitori, perché hanno agito contro il Piano d’Amore di Dio. E’ scritto che i pacifici erediteranno la Terra  e noi crediamo nelle Scritture. La guerra degli Angeli decaduti è in atto, ma il loro tempo è scaduto. Dopo l’ultimo colpo di coda dell’antico serpente tornerà la Pace che non sarà più tra una guerra e l’altra, ma sarà stabilita per sempre.   
                                                                                Angela  Furcas

Nessun commento:

Posta un commento