domenica 2 dicembre 2012

La Domenica di Angela Furcas





“GEMME DEI  MIEI SMERALDI” DI SANTO CONSOLI



Ogni Poeta ha la sua personale visione del mondo, il suo contatto con ciò che lo circonda è esclusivo ed irripetibile e le parole che interpretano le sue sensazioni salgono dal cuore e si raccolgono sulla carta, secondo la magia che le ha evocate.
La Poesia è uno dei più sicuri strumenti di salvezza dall’omologazione, perché  ti guida per i sentieri della tua anima, sconosciuti persino a te stesso, anima  che non ha pari né eguali in  tutto l’Universo.
Ognuno deve  mantenere la sua sacra ed inviolabile diversità. Ogni Poeta è unico e benché Santo Consoli abbia scritto 26 libri, il suo è un canto dalle note fresche, dalle melodie che, pur ricalcando esperienze vissute o immagini già viste, si producono nelle volute del momento di grazia che lo sprona a scrivere.
Con l’andare del tempo, la richiesta d’amore si fa sempre più pressante ed il cuore di ognuno è insaziabile perché é un dono dell’Amore di Dio e conosce felicità impraticabili, durante la nostra fugace permanenza sulla terra.
Non è possibile nel mondo mortale vivere appieno un sentimento che invoca eternità.
Come si fa dolente questa richiesta, con gli anni che passano, nostalgici dei tempi del primo batticuore, più rarefatta la speranza, più consapevole la mente della fugacità dei giorni, più umili nella ricerca, piegati dalle delusioni, dalle occasioni mancate, da sentimenti non corrisposti.
Sferzati dai venti contrari, da condizioni anomale, non sempre si ha la forza di proteggere questo  messaggero alato che, non riuscendo a nidificare a lungo, si ritira nelle sue eteree magioni, lasciandoci in un irrisolvibile sconforto.
Ma la Poesia sa cogliere i barlumi annidati nella memoria  o le scie accese nel cielo della speranza da uno sguardo, da una parola, da un cenno.
E allora si raccolgono questi preziosi annunci, come “GEMME DI SMERALDI”, da incastonare nelle filigrane dei versi.
Ricordiamo nel leggerli di accoglierne la trasparenza, la luce, la bellezza con cui li ha preannunciati.
Lasciamoci attraversare dalle mille iridescenze dei frammenti di felicità perdute, perché l’amore vola e non sta al passo con chi vorrebbe ghermirlo per sempre e rapirlo ai suoi mondi di soave leggerezza,  per farne uno schiavo dei propri desideri.
L’Arte è un compenso per chi è privato del suo paradiso e concede di condividere con molti altri cuori la propria infelicità, perché l’amore è un sogno da cui ci si sveglia, prima o poi.
Un libro, però, può raccogliere, come uno scrigno, le emozioni più squisite o le delusioni più cocenti, per condividerle con gli altri, perché c’è molto sollievo nel sentirsi accomunati dalla stessa sorte.
Quante cose e quanti momenti ha racchiuso in questo libro l’Autore! Quando si scrive tanto e a lungo si  ricerca una sintesi dell’elaborazione  poetica e si ritrovano emozioni nuove  e passate, raccolte come frutti  di uno stesso albero.
La Poesia deve vestire  i panni dell’ufficialità, ma a chi sa leggere tra le righe sarà possibile giungere al pianto segreto o all’esaltazione di un felice ricordo nella loro pienezza e sentire la propria vita in quella del poeta  che getta la maschera per denudare il cuore.
Non è ipocrisia quella di chi non si racconta, è timore di rivelare quel poco che sa di sé, di contro alla grandezza indicibile che gli preme dentro o alla paura del giudizio.
La Poesia ci aiuta a dirci, a raccontarci,a conoscerci, a rielaborare le situazioni gradevoli o meno, ma innanzitutto è un canto dell’anima ai vari volti della Bellezza della vita, che non perde il suo fascino, nemmeno quando volge lo sguardo lungi da noi, perché  riesce a rendere preziosi e indimenticabili  anche quei momenti.      
Chiunque intinga la sua penna per tradursi in versi lo fa con la segreta speranza di tramandare ai posteri i passi del suo processo di trasfigurazione dinanzi al miracolo dell’esistenza.

                                                                             Angela Furcas

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