venerdì 6 settembre 2013

I RACCONTI DI VENER dì - Sandra Ludovici



Aghi di pino

Autrice: Sandra Ludovici


Un arcobaleno stupendo scrive una favola di pace nel cielo pervinca. Il sole ha divorato le nuvole, ha asciugato il vestito, i capelli a spaghetto, le ciglia bagnate di pianto. Il cuore mi ha portato qui, dove le ore corrono lente.
Come un angelo caduto va a caccia del paradiso, io cerco il ristoro sotto la cupola di questo tempio verde. L’odore dei pini, fresco e intenso, impregna l’aria, riempie i polmoni, conforta la mente. Gli spazi accolgono l’anima crollata. Mi lascio cadere sul sedile di pietra e resto immobile in un raggio di luce.
L’angoscia m’assale in un momento di profondo silenzio. Che fine hanno fatto la gioia, la passione, la forza della mia vita? Sono viva e sono morta.
Perdendo di vista me stessa, ho venduto i sogni alla fantasia che confonde ogni realtà, al destino che non perdona e non dimentica.
Nell’angolo quieto, il piccolo abete ondeggia dolcemente. Lo guardo stupita mentre la mente scatena la battaglia evocando dal passato le immagini care degli affetti perduti.  E mi ritrovo immersa nella magia del Natale dell’infanzia, tra i colori, le luci, i sapori, le bacche lattee del vischio e l’odore dell’albero vero che papà portava a casa ogni anno. Papà era ingegnoso e s’occupava di tutto. Realizzava con le sue mani le file di lucine, i nastri, gli addobbi e, quando tutto era pronto, a me capitava la cosa più bella. Mi prendeva in braccio, mi sollevava all’altezza dei rami e mi metteva tra le dita i fiocchi dell’ovatta da pigiare sugli aghi pungenti. Non dimenticherò mai il sorriso soddisfatto di mio padre né quello delicato di mia madre, bella come il sole, gli occhi verdi luminosi. Alla fine battevo le manine e al buio ammiravo il “mio” capolavoro.
Sgranocchiavo incantata i bastoncini di zucchero, pasticciandomi tutta.
Dopo, gli anni sono passati annegando nella fatica del vivere la magica isola felice. Le ferite hanno lasciato cicatrici profonde e ho desiderato, allo spasimo, di cancellare dal calendario la festa tanto amata.
Ma un tratto di penna non basta.


Una bellissima ode alla natura, al ricordo, all’infanzia, questo racconto di Sandra Ludovici. Ode dolorosa, come spesso capita quando mettiamo a confronto il presente e il passato. Molto probabilmente “ciò che è stato” viene edulcorato dalla mente (altrimenti non sarebbe possibile riuscire a sopportare i traumi), ciò non toglie che è dal passato che giunge nuova forza/saggezza per meglio comprendere il presente.
Sandra Ludovici, da vera artista qual è, ci dice tutto partendo da pochissimi particolari: un profumo, la forma di un albero, uno spazio deserto. Questo paesaggio basta a far “scattare” qualcosa dentro, e tutti partecipiamo al rito natalizio dell’addobbo.
Tutti partecipiamo, con la chiusa vividamente marcata, alla consapevolezza dell’impossibilità di cancellare la luce passata, un tentativo che non servirebbe nemmeno per meglio sopportare il presente.


Per contattare l’autrice: sludovici99@gmail.com

Della stessa autrice: 21/12/2012


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