Celare (forse)
Ti sento con gli occhi
che scivolano senza sosta
lungo la pelle
lasciata esposta
al sole notturno
e alle tua dita sottili
Ti sento con gli occhi
che percepisco violentemente
fino alla penetrazione
della mia intimità
nel crocevia dei sensi
Ti sento con gli occhi
che percorrono avidamente
ogni angolo segreto
del mio essere
pur lasciando (ancora) celato
l’ultimo affranto roccioso
Il “celare”
di Elisabetta Mattioli sfocia presto
in quel “(forse)” che ha tutto il sapore dell’arrendevolezza, in una poesia che
trasmette sensualità fin dai primi versi. Versi che descrivono tutta la forza
del desiderio che vuole superare, violare l’intimità. Non a caso la poetessa
insiste sull’immagine degli occhi, più che su altre, per parlarci di un
desiderio che comunque rispetta, attende l’arrendevolezza.
Elisabetta Mattioli sa descrivere l’attrazione sensuale con molta bravura,
con una capacità descrittiva che non sfocia mai nella volgarità, pur lasciando
trasparire nettamente tutta la prorompenza di un’urgenza che chiede di essere
soddisfatta. Ad aprire e chiudere, due parole tra parentesi che testimoniano la
volontà di prolungare l’attesa.
Per contattare l’autrice: elyamatty@gmail.com
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