martedì 9 maggio 2017

"L'amore rende liberi e felici": la recensione di Annamaria Perrotta

Ecco alcune foto dell'appuntamento, lo scorso 29 aprile presso "Il Salottino di Argo", dedicato al saggio "L'amore rende liberi e felici" di Gerardo Cesarano.
Segue la recensione critica scritta dalla Professoressa Annamaria Perrotta, che insieme all'autore e a Milena Esposito ha curato l'incontro.
Vi ricordiamo che il libro di Gerardo Cesarano è sempre in vendita presso la libreria indipendente "L'ArgoLibro", ad Agropoli in Viale Lazio 16 (zona sud, adiacente Via Salvo D'Acquisto, infoline 3395876415).






“L’Amore rende liberi e felici”, titolo incoraggiante di questo percorso spirituale propostoci da Gerardo Cesarano, insegnante nativo di Lettere, ridente paese sui monti Lattari. Lui stesso definisce questo libro, frutto della sua esperienza, come un piccolo dono, che fa a chi è alla ricerca della felicità e della libertà autentiche, che non si celano dietro i falsi miti di una società materialista. E infatti è quanto mai importante parlare di spiritualità vissuta e quindi concreta, calata nel quotidiano, in un’epoca di omologazione delle idee, di sottocultura dell’apparire, di presenzialismo ad ogni costo, di rapporti virtuali e di vetrine da esposizione di modelli standardizzati, ai quali, pena il sentirsi esclusi e un tantino sfigati, bisogna tendere.
Mi viene in mente Pirandello che aveva evidenziato, ai primi del Novecento, la perdita di identità dell’individuo, che per avere l’approvazione sociale indossa una maschera e si comporta come gli altri  si aspettano da lui, perdendo la possibilità di ritrovare se stesso. Il nostro mondo interiore oggi è un luogo abbastanza sconosciuto, è forse la più remota delle periferie,  proiettati all’esterno come siamo verso modelli condizionanti che sembrano canti di sirene.    
Oggi più che mai ritrovare se stesso può essere un punto di arrivo, più che di partenza, che passa attraverso una scelta: quella di riconoscere in se stessi la dimensione spirituale, che ci distingue dalle altre creature e la consapevolezza che l’anima va nutrita attraverso l’Amore verso Dio e verso gli altri.
 Se non siamo fratelli, non possiamo essere figli: è questa la chiave di volta che ci rende veramente esseri umani. L’autore indica la via dell’unità come via fondamentale, che acquista valore attraverso le esperienze del Vangelo condiviso e vissuto e senza questa voglia di mettersi in gioco, vivendo e testimoniando la propria fede in tutti i contesti del vivere, si perde il senso della vita stessa.
Determinante per la crescita spirituale di Cesarano è l’incontro con il movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, di cui riporta diverse riflessioni, tratte dagli Scritti spirituali. Chiara, nella sua piccola Trento, nel clima di odio e violenza della seconda guerra mondiale, scopre Dio come unico ideale che rimane. Questo cammino ha aperto la strada alla cultura dell’unità, della società multietnica, multireligiosa e multiculturale, non riservata a pochi eletti, ma percorribile da tutti, parlando finalmente di dialogo ecumenico, testimoniato con le opere. Oggi il movimento dei Focolari è diffuso in 182 paesi del mondo, che hanno fatto del motto “Che tutti siano uno” il perno dell’Opera di Maria, così chiamato da Chiara e dagli altri co-fondatori del movimento, per evidenziare il profondo legame con la Vergine santissima, madre di Cristo e di ogni uomo.
Cesarano descrive, nella sua narrazione,  l’incontro con i giovani del movimento e vede in loro una felicità e realizzazione che in se stesso non conosceva e l’entusiasmo di questi ragazzi nasceva dal riconoscere Gesù, in ogni fratello incontrato sul proprio cammino.
 Il libro di Cesarano parla di conversione, che può essere un cammino che dura tutta la vita, se lo intendiamo come passaggio dall’individualismo “idropico” alla consapevolezza che solo abbracciando la volontà di Dio Padre, che è Amore e Misericordia, nell’attimo presente, svuotandoci da ogni narcisismo e vivendo secondo coscienza e non secondo ragione, possiamo far posto nella nostra vita all’amore gratuito del Signore.
 L’amore di sé, che  è un aspetto importante della vita umana va posto in relazione all’amore per gli altri, come pure non andare al di là di ciò che appare negativo nell’altro, significa perdere la nostra reale dimensione che è quella di figli di Dio.  In questa dimensione spicca fermamente l’importanza di accogliere gli altri con spirito di carità e misericordia, se vogliamo essere credibili come testimoni di fede e anche se vogliamo crescere nel rapporto con il Signore.
Che posto occupa nella mia vita Dio?  Come vivo la mia fede nel rapporto con gli altri? Quanto desidero accogliere l’altro come fratello, indipendentemente dal credo religioso, dalle idee politiche dalla provenienza e dalle condizioni socio-economiche? Forse l’itinerario spirituale che ci prospetta l’autore, oltre a offrirci la testimonianza di un cammino di crescita interiore, più che dare risposte vuole far nascere in noi delle domande, che potrebbero servire a smantellare quell’idea di Dio che delle volte ci facciamo, per continuare a vivere in una quiete polverosa che non ci metta troppo in discussione.
Concludo con le parole di Gerardo sull’importanza di amare il nostro prossimo.
constatavo la verità di quelle parole del Vangelo: “ Siamo passati dalla morte alla vita, perché abbiamo amato i fratelli”, e coglievo l’amore di Dio per me. Prima di scoprire il Vangelo come codice dell’esistenza, pensavo che chi segue Gesù dovesse fare molte rinunce: ora so che l’unica cosa a cui occorre rinunciare è il proprio egoismo. Tutto il resto è guadagno.
                                                                              Professoressa Annamaria Perrotta

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